Se fossi un libro, racconterei la sostenibilità
Vorrei che iniziassero a leggermi dalla fine.
Pagine piene di colori ed emozioni che raccontino di un mondo in cui gli slogan e le false promesse hanno lasciato spazio all’ingegno dell’uomo e alla sua capacità creativa. Un mondo in cui sostenibilità significhi davvero innovazione nel rispetto dell’uomo, dei suoi figli, dei suoi sogni e dell’ambiente che condividiamo.
I più lo definirebbero un libro visionario, scomodando involontariamente John Lennon e il testo poetico di Imagine “You may say I’m a dreamer”. Avrebbero ragione? Andiamo con ordine.
Al giorno d’oggi si vive un periodo di forte contrasto tra una coscienza collettiva, mediatica che promuove la tutela dell’ambiente, il risparmio energetico, la sicurezza del lavoratore e della collettività e singole attività che spesso di verde hanno solo il colore. Tuttavia in uno scenario che vede ancora discariche a cielo aperto, fenomeni di lavoratori schiavi, alimenti gravemente contraffatti e disboscamenti incontrollati di vaste aree del pianeta piano piano si stanno creando e posizionando le tessere di un puzzle. Piccoli tasselli che giorno dopo giorno, anno dopo anno, danno forma ad azioni sostenibili. E i singoli esempi stanno diventando un esercito, una community di idee e di fatti concreti che oggi raccontano una storia, mille storie di persone reali e delle loro passioni, competenze e intuizioni. E in un domani, ormai prossimo, ne testimonieranno centinaia di migliaia, milioni. E questo libro raccoglierebbe le più significative. Racconterebbe, nelle pagine che precedono il capitolo finale, come l’asfalto, il cemento e il laterizio che sono parte integrante delle nostre città e della nostra cultura, possano essere progettati e realizzati per ridurre l’inquinamento. Come, Expo 2015 a Milano non fu una manifestazione fine a se stessa, ma servì al contrario da impulso definitivo all’applicazione dei principi di sostenibilità nell’industria alimentare, nell’edilizia, nella moda e in ogni ambito sia pubblico che privato.
E così avrebbe ragione John Lennon “But I’m not the only one”. Non sarei l’unico. Saremmo in milioni ad aver contribuito alla nostra stessa sopravvivenza.
ROBERTO GARBUGLIO – MAKE IT SUSTAINABLE